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Chi era Robert Redford: la leggenda di Hollywood si spegne a 89 anni

Robert Redford è morto a 89 anni. Attore, regista e icona di Hollywood, lascia un’eredità di film indimenticabili e impegno ambientale.

Il mondo del cinema piange la scomparsa di Robert Redford, morto il 16 settembre 2025 nella sua casa in Utah all’età di 89 anni. L’attore, regista e produttore, icona intramontabile di Hollywood, si è spento nel sonno, lasciando dietro di sé un’eredità artistica e umana di inestimabile valore. Con oltre sei decenni di carriera, Redford ha conquistato cinque Golden Globe, lo Screen Actors Guild Life Achievement Award, il Kennedy Center Honors e la Presidential Medal of Freedom.

Chi era Robert Redford

Prima di diventare un’icona del cinema, Robert Redford coltivava la passione per la pittura. Solo a 21 anni decise di intraprendere la strada della recitazione, che lo avrebbe reso uno degli attori più amati al mondo. Il successo arrivò con A piedi nudi nel parco (1967), accanto a Jane Fonda, film che aprì le porte a una serie di ruoli memorabili.

Negli anni ’70 consolidò la sua fama con pellicole come Il candidato (1972), Come eravamo (1973) con Barbra Streisand e Tutti gli uomini del presidente (1976), dedicato allo scandalo Watergate. Senza dimenticare il suo Grande Gatsby (1974), che lo consacrò tra i volti più amati del grande schermo.

I film indimenticabili

Tra le interpretazioni che hanno fatto la storia del cinema spiccano i capolavori realizzati con Paul Newman: Butch Cassidy e La stangata (1973), quest’ultimo considerato lo stesso Redford il suo film preferito. Negli anni ’80 e ’90 continuò a collezionare successi con opere come La mia Africa (1985) con Meryl Streep, vincitore di sette premi Oscar, e Proposta indecente (1993) con Demi Moore.

Redford non fu solo attore, ma anche regista di grande talento. Con il film Gente comune (1980) vinse l’Oscar come miglior regista, confermando la sua poliedricità e visione artistica.

Le tragedie personali di Robert Redford

Dietro la fama di star internazionale, la vita privata di Robert Redford è stata segnata da profondi dolori. Nel 1959 perse il primogenito Scott, morto a pochi mesi dalla nascita. Anni dopo affrontò la perdita del figlio James, scomparso a 58 anni per un cancro al fegato dopo una lunga battaglia.

Anche la figlia Shauna visse momenti difficili, sopravvivendo a un incidente d’auto che rischiò di costarle la vita. L’unica figlia a seguire le orme paterne fu Amy Redford, attrice e regista apprezzata per i suoi lavori in cinema e televisione.

Le origini e l’amore per l’Italia

Prima della fama, Redford crebbe in un quartiere operaio di Santa Monica. Dopo un periodo segnato dall’alcol e dalla ribellione giovanile, decise di partire per l’Europa. Visse a Parigi e a Firenze, città che lo segnarono profondamente. Proprio in Italia maturò quella sensibilità artistica e politica che avrebbe influenzato tutta la sua carriera, sia sullo schermo che nell’attivismo ambientale.

Il suo legame con la natura nacque in tenera età, dopo una malattia infantile che lo portò a scoprire i paesaggi mozzafiato dello Yosemite National Park. Da quel momento l’ambiente divenne parte integrante della sua vita, tanto da fondare nel 1981 il Sundance Institute, promotore di cinema indipendente e di battaglie ecologiste.

Vita privata

Nel 1958, a soli 22 anni, Redford sposò Lola Van Wagenen, con la quale ebbe quattro figli. Il matrimonio durò quasi trent’anni, fino al divorzio avvenuto nel 1985. Successivamente l’attore visse alcune relazioni note, tra cui quella con l’attrice brasiliana Sonia Braga.

Nel 1996 incontrò la pittrice tedesca Sibylle Szaggars, donna che divenne la sua seconda moglie nel 2009. Con lei condivise non solo l’amore, ma anche la passione per l’arte e l’impegno nella tutela dell’ambiente. Più volte Redford dichiarò che Sibylle gli aveva regalato “una nuova vita”.

L’eredità di Robert Redford

Oltre ad essere stato un attore carismatico e un regista pluripremiato, Robert Redford rimarrà nella memoria collettiva come un uomo impegnato nella difesa dell’ambiente e promotore del cinema indipendente. La sua eredità vive attraverso i suoi film, i suoi figli e i suoi sette nipoti.

Con la sua morte, il mondo perde non solo una stella di Hollywood, ma un simbolo di talento, resilienza e passione. Redford lascia un vuoto incolmabile, ma anche un patrimonio artistico che continuerà a ispirare generazioni di spettatori e cineasti.

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