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Sanremo dice ancora no ai Jalisse, ma la loro canzone convince tutti: rivincita o beffa?

Dopo l’ennesimo no da Sanremo, i Jalisse emozionano in tv e riaccendono il dibattito sulla loro esclusione.

Per il ventinovesimo anno consecutivo, i Jalisse restano fuori dal Festival di Sanremo. Un record che fa rumore, soprattutto perché arriva a distanza di quasi trent’anni dalla loro vittoria con Fiumi di parole. Eppure, nonostante l’ennesima esclusione, il duo formato da Alessandra Drusian e Fabio Ricci è riuscito ancora una volta a far parlare di sé, trasformando un rifiuto in un nuovo capitolo della loro lunga storia con l’Ariston.

L’esclusione da Sanremo 2026 e la scelta di non restare in silenzio

Anche per l’edizione 2026 del Festival, il nome dei Jalisse non compare tra i Big in gara. Una decisione che non sorprende più, ma che continua a suscitare interrogativi. Questa volta, però, il duo ha deciso di non archiviare il “no” in silenzio, pubblicando uno dei brani presentati alla selezione: Taratata.

Una scelta che ha ribaltato la narrazione, spostando l’attenzione dalla mancata partecipazione alla qualità del pezzo escluso.

L’esibizione in tv che cambia il racconto

Ospiti del programma La Volta Buona condotto da Caterina Balivo, i Jalisse hanno portato Taratata davanti al pubblico televisivo. Un’esibizione che ha colpito non solo gli spettatori da casa, ma anche addetti ai lavori e critici musicali.

Il brano, intimo e diretto, racconta legami personali e familiari, con un testo pensato per parlare a un pubblico ampio senza rinunciare alla sincerità emotiva. Un approccio che ha contribuito a ribaltare l’idea di una proposta “fuori tempo”.

Il parere dei critici e i pregiudizi del passato

Dopo l’esibizione, Paolo Giordano, critico musicale e presenza storica del Festival, ha espresso un giudizio sorprendentemente positivo. Secondo lui, Taratata non solo reggerebbe il confronto con molti brani in gara, ma rappresenterebbe una canzone competitiva e attuale, capace di arrivare al pubblico generalista di Rai Uno.

Il critico ha anche toccato un punto delicato, parlando apertamente di pregiudizi che negli anni avrebbero accompagnato il duo, suggerendo che la loro esclusione non sia sempre stata legata esclusivamente alla musica.

Ironia, amarezza e voglia di andare avanti

Nonostante la delusione, Alessandra Drusian e Fabio Ricci hanno affrontato l’ennesima esclusione con ironia e lucidità. I due artisti hanno raccontato di aver presentato più brani per Sanremo 2026, accettando il silenzio come una risposta ormai prevedibile.

Dietro il sorriso, però, resta la percezione di un’ingiustizia difficile da ignorare. Ed è proprio il sostegno del pubblico, fatto di commenti e reazioni positive, a rappresentare oggi la vera spinta per continuare.

Una carriera segnata da cadute e ritorni

La storia dei Jalisse è una parabola unica nella musica italiana. Dopo il debutto tra le Nuove Proposte e la vittoria a Sanremo nel 1997, il duo ha vissuto un lungo allontanamento dal palco dell’Ariston, compensato però da esperienze internazionali, come il quarto posto all’Eurovision Song Contest e la partecipazione a competizioni musicali fuori dai confini italiani.

Una carriera fatta di cadute, risalite e perseveranza, che oggi trova nuova linfa proprio in un’esclusione trasformata in occasione di riscatto mediatico.

Il trentesimo no è davvero inevitabile?

Taratata non ha portato i Jalisse a Sanremo 2026, ma ha riaperto una domanda che ritorna ogni anno: è davvero solo una questione artistica? Tra consensi del pubblico, apprezzamenti della critica e un affetto che non sembra mai venire meno, il duo continua a camminare controcorrente.

E chissà che, limando qualche dettaglio e scegliendo il brano giusto, il prossimo Festival non possa finalmente interrompere quella lunga serie di “no, grazie” che ormai fa parte della loro leggenda.

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