La nuova stagione di Monster racconta la storia di Ed Gein, killer del Wisconsin che ha ispirato vari prodotti cinematografici tra cui Psycho e Il silenzio degli innocenti. I suoi crimini si intrecciano con un fumetto sensazionalistico pubblicato negli Stati Uniti alla fine degli anni ’40 riguardante Ilse Koch, moglie di un comandante delle SS, divenuta simbolo del male assoluto per le crudeltà compiute verso i prigionieri del campo di concentramento di Buchenwald.
La serie tv suggerisce che il racconto e le immagini abbiano influenzato Ed Gein a tal punto da diventare per lui una sorta di modello da seguire.
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La storia di Ilse Koch
Ilse Koch (interpretata da Vicky Priest nella serie) è nata a Dresda nel 1906 e nel periodo post-prima guerra mondiale inizia ad interessarsi all’ascesa del nazismo, divenendo anche l’amante di numerosi soldati delle SS. Nel 1936 diventa sorvegliante e segretaria presso il campo di concentramento di Sachsenhausen dove conosce e sposa il comandante Karl Otto Koch.
L’anno successivo arriva a Buchenwald non come guardiano, ma come moglie del comandante e, influenzata dal potere del marito, cominciò a torturare i detenuti. Fu arrestata e processata varie volte fino alla condanna di carcere a vita. Nel 1967 s’impicca nella sua cella della prigione di Aichach in Baviera.
Le atrocità compiute da Ilse Koch
Dai processi condotti a suo carico, sono emersi particolari terrificanti come il fatto che, per un feticismo per i tatuaggi, selezionasse prigionieri tatuati per poi scuoiarne la pelle dopo averli uccisi. Secondo altre testimonianze, usava come soprammobili due tsantsa, ovvero teste umane mummificate secondo riti occultisti.
Le accuse più macabre non furono mai completamente provate in tribunale ma furono sufficienti a trasformarla in un simbolo mediatico del male assoluto.
Il fumetto su Ilse Koch
Il processo della “Bestia di Buchenwald” del 1947 è stato seguito dai quotidiani americani ad un punto tale che le aule del tribunale si sono adattate a ospitare decine di giornalisti. Dal suo caso sono nati i articoli scandalistici, romanzi e fumetti pulp con l’obbiettivo di intrattenere e impressionare un pubblico americano desideroso di storie estreme nel dopoguerra.
Il fumetto ha ispirato realmente Ed Gein?
Nei primi episodi il futuro killer (Charlie Hunnam) inizia a sfogliare affascinato le pagine del fumetto regalatogli dall’amica Adeline Watkins (Suzanna Son) e che parteciperà all’esecuzione dei suoi crimini. Nella realtà, Ed Gein non ha mai citato Ilse Koch durante i suoi interrogatori e non ci sono prove dirette che abbia letto il fumetto o seguito la vicenda, però non appare del tutto assurdo pensarlo in quanto è stato uno degli scandali mediatici più seguiti di quegli anni.
“È plausibile che Gein fosse esposto a quelle storie” spiega uno degli esperti criminologhi intervistati nella docuserie. “Ma è altrettanto importante capire come queste narrazioni venissero interiorizzate: non come semplici fatti di cronaca, ma come miti oscuri da reinterpretare.” Quindi la connessione suggerita non è tanto una prova storica, quanto un modo per mostrare come cultura pop, informazione sensazionalistica e immaginari estremi possano suggestionare menti già vulnerabili.







