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Wonder, l’incredibile storia vera da cui è tratto il film con Julia Roberts

Wonder, il film con Julia Roberts ispirato ad una storia vera che fa riflettere circa l'accettazione delle diversità.
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Wonder è un bellissimo film drammatico uscito nel 2017 con la regia di Stephen Chbosky e che vede come protagonisti Julia Roberts, Owen Wilson e il piccolo Jacob Tremblay.

Questo lungometraggio è tratto dal romanzo di R. J. Palacio e racconta la vita di Auggie: un ragazzo affetto dalla sindrome di Treacher Collins. Ricco di spunti di riflessione, Wonder offre uno sguardo intenso sulle difficoltà di chi appare diverso e sulla reazione di chi lo circonda.

Wonder, la commovente trama del film

Wonder parla della storia di vita di un ragazzino di 10 anni chiamato August Pullman (Jacob Tremblay), soprannominato Auggie. Il piccolo è nato con una malformazione che include viso e cranio e nel corso della sua vita ha subito 27 interventi per poter respirare, vedere e sentire più o meno normalmente.

Auggie non può condurre una vita normale al pari dei suoi coetanei e i genitori hanno sempre avuto paura che potesse avere dei problemi di salute, viste le sue condizioni. Per tale ragione, per tutto il periodo scolastico delle scuole elementari, August studia a casa come autodidatta con l’aiuto della sua mamma (Julia Roberts), che gli fa da insegnante.

Giunge però il momento di frequentare le scuole medie e i genitori pensano che possa essere un bene per il figlio frequentare la scuola insieme agli altri bambini. Le giornate per lui si rivelano molto complicate e difficili, caratterizzate da solitudine e denigrazione. Le poche amicizie che ha sono solo di facciata ed il povero Auggie non tarderà nel rendersene conto.

Dopo un anno fatto di sfide e cambiamenti positivi, il preside da ad Auggie un riconoscimento per la sua bravura a scuola. Una storia a lieto fine per Auggie: inizialmente deriso ed emarginato per il suo aspetto, è diventato un esempio ed ha stretto amicizia con tutti.

Una storia vera che fa riflettere

Wonder è ispirato ad una vicenda realmente accaduta che ha colpito particolarmente la scrittrice R.J. Palacio, autrice dell’omonimo romanzo uscito nel 2012.

Un giorno, mentre si trovava al parco per prendere un gelato insieme ai figli, la donna ha incontrato una bambina affetta dalla sindrome di Treacher Collins. Alla vista della piccola, la prima reazione di Raquel è stata quella di alzarsi di scatto dalla panchina e allontanarsi il più velocemente possibile per timore che il figlio minore di tre anni, vedendola, potesse spaventarsi.

Questo episodio turbò fortemente la donna, che provò una grande vergogna per se stessa e per il comportamento che aveva avuto. Fu proprio l’atteggiamento insensibile che lei stessa aveva messo in atto che la spinse a scrivere un libro che potesse far riflettere le persone, affinché episodi di questo tipo non capitino mai più.

Raquel si era sentita fortemente a disagio in presenza di quella bambina dal viso così particolare, ma non tardò a rendersi conto di quanto la bimba potesse soffrire delle reazioni che il suo volto suscitava negli altri. La stessa paura che, nel romanzo, prova Auggie nel mostrarsi ai nuovi compagni di scuola, intimorito che nessuno lo potrà mai accettare in un mondo troppo crudele per chi come lui è affetto da questa sindrome. 

Wonder ha rappresentato per Raquel Jaramillo un’occasione per espiare i suoi peccati e fare in modo che i sensi di colpa si trasformassero in spunti di riflessione. In seguito, la donna ha affermato di aver provato rabbia per sé stessa, poiché aveva reagito in una maniera sconsiderata, che non era d’esempio per i suoi figli.

La scrittrice era fuggita proprio nell’occasione in cui poteva dimostrare ai propri figli che non c’era bisogno di aver paura della diversità ma, piuttosto, la si poteva abbracciare e comprendere. Da qui si è sviluppata l’idea di Auggie: un bambino che fugge dal mondo reale attraverso un casco da astronauta, per proteggersi dai giudizi di persone non abbastanza sensibili nerl comprendere il valore dell’accettazione.

La sindrome di Treacher Collins

La sindrome di Treacher-Collins è una displasia mandibolofacciale: una malattia congenita rara dello sviluppo craniofacciale. Essa si manifesta con una deformazione facciale che colpisce principalmente le ossa degli zigomi e della mandibola e le orbite degli occhi, provocando nell’individuo difficoltà di respirazione e masticazione.

Alcune volte, può essere colpito anche l’orecchio esterno, causando problemi all’udito della persona affetta. Dal punto di vista cerebrale e intellettivo, invece, la sindrome non ha alcuna conseguenza. In media, la malattia colpisce un neonato su 50mila e si può trasmettere dal gene difettoso di uno dei due genitori.

Purtroppo, la sindrome non è curabile e l’unica soluzione consiste nella chirurgia plastica maxillofacciale, per correggere la deformazione dei tessuti molli e ossei del viso e delle palpebre, così da risolvere i problemi respiratori e masticatori. Per quanto riguarda l’orecchio esterno è necessario intervenire precocemente per favorire il normale sviluppo dell’udito, che altrimenti potrebbe avere delle conseguenze anche nel parlato della persona affetta.

Si tratta quindi di una malattia dalle gravi problematiche, in cui la sofferenza è continua, prima sotto forma di interventi altamente invasivi e dolorosi e, poi, sotto le vesti di giudizio da parte degli individui che non riescono ad andare oltre l’aspetto estetico.

Proprio come Auggie, tantissimi individui  cercano di nascondersi dal mondo per non imbattersi nel pregiudizio e nell’insensibilità altrui. Wonder ci insegna l’importanza di ricordare che dietro ad un viso diverso c’è una persona esattamente come tutte le altre, da conoscere e amare e desiderosa di vivere serenamente un’esistenza normale.

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