Più di 100 pubblicazioni (tra album, EP e raccolte) e oltre cinquantacinque milioni di copie vendute, Ornella Vanoni è indubbiamente una cantante entrata nella storia della musica italiana. L’attrice, conduttrice televisiva e cantante è morta venerdì 21 novembre per un arresto cardiocircolatorio.
Tutta l’Italia è in lutto dopo la scomparsa di una delle più grandi interpreti della sua musica. Presente in ben otto edizioni del Festival di Sanremo, è anche la prima artista nonché l’unica donna ad aver ottenuto due Premi Tenco (risultato eguagliato solo da Francesco Guccini).
Ornella Vanoni è stata un’interprete straordinaria della musica leggera, che ha attraversato oltre 60 anni con la sua inconfondibile voce. Il suo repertorio che attraversa generi diversi, dalle canzoni della mala alla bossa nova, dal jazz al pop d’autore.
Ecco dunque le sue 10 migliori canzoni, che hanno segnato profondamente la storia della musica italiana.
Indice dei contenuti
1. Senza Fine (1961)
Senza Fine è un brano scritto da Gino Paoli, che si lasciò ispirare proprio da Ornella Vanoni, al tempo sua 2musa e compagna. È uno dei capisaldi della scuola genovese.
Fu lei a registrare la canzone per prima nel 1961, pubblicandola nel 45 giri “Senza fine/Se qualcuno ti dirà“. La versione della Vanoni resta tra le più celebri e ha contribuito alla sua affermazione nella scena italiana.
In quel periodo la sua etichetta intendeva sfruttare il suo lato più sexy, allontanandola dalle “canzoni della mala”. Il testo struggente del brano descrive come l’amore porti gli innamorati a non desiderare altro che stare assieme.
2. Io ti darò di più (1966)
La canzone Io ti darò di più è stata presentata al Festival di Sanremo nel 1966 ed è tra le sue prime affermazioni popolari. Il successo radiofonico e discografico contribuì a rafforzarne la presenza nel panorama musicale italiano.
Con gli anni la cantante ha avuto modo di parlare di questo brano, spiegando come in realtà sia stata una forzatura della sua casa discografica. Ad ogni modo, si tratta di uno dei suoi maggiori successi.
3. La musica è finita (1967)
La musica è finita è una canzone scritta da Franco Califano e Nicola Salerno con musiche di Umberto Bindi e arrangiamento di Gianfranco Intra. È stata presentata al diciassettesimo Festival di Sanremo.
Un testo malinconico che descrive il momento in cui, dopo una serata tra amici, la musica finisce e tutti se ne vanno. Non resta nemmeno il vecchio amore; svanisce così, l’illusione che qualcosa si potesse riaccedere.
4. L’appuntamento (1970)
L’appuntamento è la versione italiana della una canzone brasiliana Sentado à beira do caminho di Erasmos Carlos e Roberto Carlos, uscita nel 1969. Il brano è stato riscritto in italiano da Bruno Lauzi e parla dell’interminabile attesa di un amore che avrebbe dovuto riscattare un passato di delusioni ma che purtroppo, anche in questa occasione delude.
Il desiderato infatti, non arriverà mai all’appuntamento. Questo brano è tra le sue canzoni più riproposte in tv, cinema e pubblicità. È stato infatti la sigla del programma radiofonico Gran Varietà e del programma Belve.
5. Domani è un altro giorno (1967)
Domani è un’altro giorno è una cover di un brano dell’americano Tammy Wynette dal titolo The Wonders You Perform. La canzone descrive le giornate tristi passate a ricordare i bei momenti. Non è tutto perduto, rimane un filo di speranza che l’amore ritorni perchè: domani, è un’altro girono.
Questo brano epocale segna la prima maturità artistica di Ornella Vanoni, con il quale definisce uno stile interpretativo intimista ma fortemente comunicativo. Ancora oggi viene considerato uno dei suoi brani migliori.
6. Una ragione in più (1969)
Una ragione in più è una ballata intensa e drammatica, ha consolidato l’immagine della Vanoni come interprete dei sentimenti più complessi. Viene spesso citata tra le sue prove vocali più riuscite nonché un successo senza tempo.
Questo singolo è stato infatti scritto da Franco Califano e Ornella Vanoni, mentre la musica è opera di Mino Reitano. Uscita in 45 giri insieme a Quando arrivi tu, fu presentata nel varietà televisivo Senza Rete, uno show musicale trasmesso dalla Rai dove ogni puntata era completamente dedicata ad uno o due cantanti.
Una canzone che descrivi le sensazioni contrastati che prova una donna che vorrebbe porre fine alla storia d’amore ma non è sicura che il proprio cuore possa reggere il colpo.
7. La voglia, la pazzia (1976)
La voglia, la pazzia è una canzone con forti richiami Bossa nova che fa parte dell’album La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria realizzato con il poeta e cantautore brasiliano Vinicus De Morales ed il famoso chitarrista Toquinho.
Questo brano racconta la storia di due innamorati che vogliono vivere alla giornata e godersi ogni istinto. Consapevoli che il tempo passerà, vivono l’amore con spensieratezza ed un pò di pazzia, senza preoccuparsi del futuro.
8. Casa bianca (1968)
A Sanremo 1968 viene presentata la canzone Casa bianca, che conquista il secondo posto e consacra Ornella Vanoni presso il grande pubblico. Un brano sentimentale, intimo, con una dolce malinconia che diventa cifra stilistica.
La sua interpretazione è controllata, raffinata, mai melodrammatica. È qui che la Vanoni diventa apre una pagina pop senza perdere alcun aspetto della sua intensissima complessità di artista.
9. Rossetto e cioccolato (1995)
Rossetto e cioccolato è diventato un classico del suo repertorio degli anni Novanta, noto per la leggerezza raffinata del testo e lo stile più moderno, che avvicinò la Vanoni a un pubblico diverso.
Questo brano, diventato un vero e proprio cult, però è leggero solo in apparenza. Parla di piacere e sensualità, di consapevolezza femminile e piccole felicità quotidiane. La produzione è moderna, brillante, e Ornella gioca con un testo simpaticamente erotico, che dice e non dice, con ironia e classe. È il suo modo di dimostrare che il suo poteva ancora essere pop senza tempo.
10. Tristezza, per favore vai via (1967)
La canzone Tristezza (per favore vai via) è l’dattamento italiano di un classico brasiliano intitolato Tristeza. È il primo passo verso l’universo carioca che diventerà sua patria artistica adottiva di Ornella Vanoni.
La voce è morbida, sinuosa, piena di saudade e ricchissima di slide. La Vanoni capisce subito che il Brasile le appartiene: nella ritmica, nell’emotività, nella sensualità che passa attraverso dettagli e mezze frasi.







