Il cinema a volte riesce a trasformare fatti di cronaca in opere potenti e universali. È il caso di Open Arms – La legge del mare, un film che porta sul grande schermo la storia vera di Òscar Camps e della sua missione umanitaria nel Mediterraneo.
La pellicola diretta da Marcel Barrena non è solo il racconto di un uomo, ma il ritratto di un’epoca segnata da migrazioni, drammi e scelte di coscienza. Per chi si chiede “Open Arms film di cosa parla”, la risposta è un viaggio tra indignazione, speranza e lotta per la vita.
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Open Arms, di cosa parla il film
Il film narra la vicenda di Òscar Camps, bagnino di Barcellona che, dopo aver visto la foto del piccolo Alan Kurdi annegato nel Mediterraneo, decide di partire per l’isola di Lesbo con l’amico Gerard. Qui si scontra con una realtà durissima: migliaia di persone tentano la traversata su imbarcazioni di fortuna, mentre le autorità si rimpallano le responsabilità e la popolazione locale mostra diffidenza se non ostilità. Da quell’esperienza nascerà l’ONG Proactiva Open Arms, che negli anni salverà migliaia di vite.
Una storia vera trasformata in cinema
Marcel Barrena costruisce un film che fonde il ritmo del cinema d’azione con la tensione del dramma umano. La regia sceglie di stare sempre dalla parte delle vittime e dei soccorritori, mostrando l’abisso che separa l’immagine turistica delle isole greche dalla tragedia quotidiana dei migranti. Eduard Fernández, nei panni di Òscar Camps, restituisce con forza la sua determinazione e la sua fragilità, incarnando la celebre frase del protagonista: “Non sono un politico, sono un bagnino”.
Un racconto di coraggio e umanità
Open Arms – La legge del mare non è solo un film-denuncia, ma un’opera che mette in scena l’urgenza di un impegno etico e collettivo. I personaggi, da Òscar a Gerard, passando per Nico ed Esther, rappresentano una comunità che sceglie di opporsi all’indifferenza e di combattere per la vita.








