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Dal buio della droga al cinema: chi è davvero Nick Reiner e perché oggi è sotto i riflettori

Dal film Being Charlie al passato da senzatetto: la storia di Nick Reiner torna sotto i riflettori dopo la morte dei genitori.

Il nome di Nick Reiner è tornato improvvisamente al centro dell’attenzione mediatica dopo la tragica morte dei suoi genitori, il celebre regista Rob Reiner e la moglie Michele Singer, trovati senza vita nella loro villa di Los Angeles. Una vicenda ancora avvolta da interrogativi, che ha riportato alla luce anche la storia personale complessa e dolorosa del figlio, segnata da dipendenze, fratture familiari e un tentativo di riscatto attraverso il cinema.

La tragedia che scuote Hollywood

Rob Reiner, 78 anni, e Michele Singer, 68, erano sposati dal 1989 e rappresentavano una delle coppie più riservate dell’ambiente hollywoodiano. Il loro ritrovamento senza vita, uccisi a coltellate nella residenza di famiglia, ha scosso profondamente l’opinione pubblica. Le autorità hanno confermato che diversi familiari sono stati ascoltati dagli investigatori, precisando però che al momento non ci sono arresti né sospettati ufficiali.

Tra le persone interrogate figura anche Nick Reiner, il secondogenito della coppia, oggi trentaduenne.

La famiglia Reiner: tra cinema e riservatezza

Dal matrimonio tra Rob Reiner e Michele Singer sono nati tre figli: Romy, Jake e Nick. Il regista aveva inoltre una figlia, Tracy, nata dal precedente matrimonio con l’attrice e regista Penny Marshall. Una famiglia cresciuta tra cinema e notorietà, ma che ha sempre cercato di mantenere un profilo discreto, lontano dai riflettori del gossip.

Chi è Nick Reiner

Nato il 14 settembre 1993, Nick Reiner ha tentato di seguire le orme del padre nel mondo dello spettacolo, lavorando come attore e sceneggiatore. Ma prima ancora della carriera artistica, la sua vita è stata segnata da una tossicodipendenza iniziata a soli 15 anni, una battaglia che lui stesso ha raccontato pubblicamente senza filtri.

In un’intervista rilasciata a People nel 2016, Nick aveva descritto una lunga serie di ricadute, ricoveri in cliniche di recupero e periodi di totale estraniazione dalla famiglia.

Gli anni della strada e l’allontanamento da casa

Nel racconto di Nick Reiner emerge un passato estremamente duro. Lontano dalle comodità associate al suo cognome, ha vissuto da senzatetto in diversi Stati americani, passando notti e settimane per strada. Una scelta, aveva spiegato, legata al rifiuto di sottostare a programmi di riabilitazione imposti.

Un’esperienza che ha segnato profondamente il suo rapporto con i genitori e che ha contribuito a creare una distanza emotiva mai del tutto colmata.

Il cinema come confessione personale

La storia di Nick è confluita nel film “Being Charlie” del 2015, un’opera semi-autobiografica scritta da lui e diretta dal padre Rob Reiner. Il film racconta il percorso di un giovane tossicodipendente alle prese con la riabilitazione e con un rapporto difficile con il padre.

Interpretato da Nick Robinson, il progetto è stato definito da Rob Reiner come il film più personale della sua carriera, un tentativo di raccontare il dolore e le incomprensioni vissute all’interno della famiglia.

Un rapporto complesso con il padre

Durante la promozione del film, Nick Reiner aveva ammesso pubblicamente che lui e il padre non erano mai stati davvero legati durante l’infanzia. Una confessione che aveva colpito per la sua sincerità e che oggi, alla luce dei fatti, assume un peso emotivo ancora maggiore.

Il cinema, in questo senso, è stato per Nick non solo una forma di espressione artistica, ma anche un modo per mettere ordine in una storia personale fatta di fragilità, errori e tentativi di rinascita.

Un nome sotto i riflettori, una storia ancora aperta

Mentre le indagini sulla morte di Rob Reiner e Michele Singer proseguono, la figura di Nick Reiner resta sospesa tra passato tormentato e presente incerto. Al di là degli sviluppi giudiziari, la sua è la storia di un figlio cresciuto all’ombra di un gigante del cinema, che ha dovuto combattere battaglie invisibili ben lontane dai riflettori di Hollywood.

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