L’incredibile storia vera di una parrucchiera di mezz’età, schiava dell’alcool, che prende a cuore il caso di una bambina gravemente malata.
“Il miracolo di Sharon” è un dramma che tiene tutti col fiato sospeso, con Hilary Swank e Alan Ritchson, è un racconto di rinascita e speranza.
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Il miracolo di Sharon: trama
La storia è ambientata nel 1994 a Louisville, nello stato del Kentucky. Sharon Stevens ( Hilary Swank) è una parrucchiera di successo, co-proprietaria di un salone. Caduta nel baratro dell’alcolismo, la vita di Sharon non ha uno scopo preciso, al punto che anche il rapporto con suo figlio è fortemente compromesso.
Un giorno la donna legge sul giornale la vicenda di di Michelle Schmitt (Emily Mitchell), una bambina di cinque anni che ha appena perso sua madre e ha urgentemente bisogno di un trapianto di fegato a causa di un’atresia biliare.
In “Il miracolo di Sharon”, l’omonima protagonista decide di lanciare una raccolta fondi per pagare le cure della piccola, nell’attesa di trovare un donatore compatibile. In questo modo entra in contatto con la famiglia della piccola, formata dalla sorella poco più grande, dalla nonna e dal padre Ed (Alan Ritchson), un operaio edile che si trova ricoperto di debiti in quanto privo di assicurazione medica.
Contro ogni previsione, Sharon riuscirà a far diventare il caso di interesse nazionale ed a ridare speranza a quella bambina così sfortunata.
Come finisce Il miracolo di Sharon?
Il finale di questo commovente film è ricco di colpi di scena che lasciano lo spettatore col fiato sospeso. In una realtà ancora priva di social, Sharon riuscirà ad ottenere in tempo il fegato per la piccola Michelle?
In seguito ad una lunga attesa, un giorno arriva una chiamata ad Ed in cui gli viene comunicato che è disponibile un fegato. Sfortunatamente, le strade sono bloccate a causa di una violenta bufera di neve che ha coinvolto Louisville: Sharon ed Ed compiono l’impossibile per permettere alla piccola di raggiungere l’ospedale.
Ed, disperato, partirà in macchina nel tentativo di raggiungere l’ospedale attraverso stradine non battute. Contemporaneamente Sharon fa lanciare un appello in tv e chiede con urgenza un elicottero che possa trasportare la piccola in aeroporto, fino all’ospedale dove sarà effettuato l’intervento.
Proprio quando Ed si arrende al suo destino, con la piccola morente in auto, viene raggiunto tempestivamente da alcuni uomini in pick-up che sono venuti a prenderlo per portarlo nel parcheggio della parrocchia della sua comunità, dove a breve atterrerà l’elicottero.
Intanto, nel parcheggio tutti gli abitanti della comunità stanno spalando la neve per far spazio all’elicottero che dovrà atterrare. Qui accade un altro piccolo, grande miracolo: Sharon vede arrivare suo figlio, con il quale aveva da tempo interrotto i rapporti, pronto a rendersi utile alla causa.
La geniale idea di stendere i cappotti dei volontari sulla neve, per consentire al pilota di individuare la zona di atterraggio, permette alla bambina ed al padre Ed di salire sull’elicottero e raggiungere l’ospedale in tempo per il trapianto: la bimba è salva grazie all’unione della comunità.
L’unione fa la forza: l’incredibile storia vera della piccola Michelle
Questo film stupefacente, con un finale che scalda il cuore, racconta la storia vera di Michelle Schmitt, che dopo aver subito il trapianto di fegato nel 1994 ha continuato la sua vita laureandosi per poi sposarsi. Nel 1994, la determinazione di Sharon, della famiglia della piccola e l’aiuto finale della comunità di Louisville le hanno regalato una possibilità di continuare a vivere.
Nelle ultime scene del film, vengono mostrate le foto e video reali dei protagonisti di questa commuovente storia di fede, speranza e unione.
Disgraziatamente, Michelle oggi non c’è più: la ragazza infatti è morta il 7 maggio 2021 a causa di un aneurisma dello stomaco, all’età di 30 anni. Dopo essere stata sottoposta al trapianto di fegato la bambina che ha ispirato il film “Il miracolo di Sharon”, è cresciuta, è stata sottoposta ad un altro trapianto di rene e si è sposata, ma sfortunatamente la sua vita si è fermata a trent’anni.