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Chi era Goliarda Sapienza, autrice de L’arte della gioia: vita privata, morte e curiosità

Chi era Goliarda Sapienza: autrice de L'arte della gioia e scrittrice più significativa della letteratura Novecentesca.
goliarda sapienza

L‘arte della Gioia è da molti conosciuta come la serie televisiva Sky del 2025, diretta da Valeria Golino e Nicolangelo Gelormini. Questa serie è tratta dal celebre romanzo di Goliarda sapienza: brillante scrittrice Novecentesca.

Goliarda Sapienza: biografia della scrittrice

Goliarda Sapienza è stata una celebre scrittrice, nota per aver scritto il romanzo L’arte della gioia. Realizzato tra il 1967 ed il 1976, l’opera è stata pubblicata postuma nel 1998. Goliarda è considerata una delle scrittrici più significative della letteratura italiana del Novecento. E’ ricordata per la sua personalità poliedrica e complessa e per il grande successo ottenuto con il suo romanzo.

Goliarda Sapienza nacque a Catania nel 1924. La madre, Maria Giudice, era una sindacalista e fu la prima donna dirigente della Camera del Lavoro di Torino mentre il padre, Giuseppe Sapienza, era un avvocato socialista. I genitori avevano già avuto altri matrimoni e figli e decisero di crescerla nella assoluta libertà: il padre ritenne opportuno non farle nemmeno frequentare la scuola, per evitare che la figlia fosse soggetta a imposizioni e influenze fasciste.

A sedici anni Goliarda si iscrisse all‘Accademia Nazionale d’arte drammatica di Roma. Per un periodo intraprese la carriera di attrice teatrale, partecipando nel ruolo di protagonista a diverse opere Pirandelliane. Lavorò occasionalmente anche nel mondo del cinema, spinta da Alessandro Blasetti. Partecipò come figurante a diverse opere cinematografiche tra cui il film Senso di Luchino Visconti. Nel 1946 conobbe il regista Citto Maselli, con il quale iniziò una relazione durata diciotto anni. Successivamente sposò lo scrittore e attore Angelo Pellegrino.

Lasciò la carriera di attrice per dedicarsi alla scrittura. Il suo primo romanzo fu Lettera aperta (1967), che raccontava l’infanzia catanese, seguito da Il filo di mezzogiorno (1969) resoconto della terapia psicanalitica con il medico messinese Ignazio Majore. Nel 1980 fu arrestata a finì in carcere, dove rimase per cinque giorni: fu accusata di aver rubato dei gioielli per venderli al banco dei pegni.

Durante la sua carriera letteraria non pubblicò molto, fatta eccezione per alcune sue opere come L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio. La sua opera più celebre è L’arte della gioia: fu pubblicato postumo per intero da Stampa Alternativa nel 1998, a cura di Angelo Maria Pellegrino

La pubblicazione di quella che è divenuta l’opera più importante, per la quale viene ancora oggi ricordata, è avvenuta dopo la sua morte, nel 1996. Il romanzo fu ripubblicato da Einaudi nel 2008. La stessa casa editrice ha pubblicato successivamente i volumi Io, Jean Gabin (2010), Appuntamento a Positano (2015) e una selezione di pensieri tratti dai diari della scrittrice, raccolti nei volumi Il vizio di parlare a me stessa (2011) e La mia parte di gioia (2013).

L’arte della gioia: di cosa parla il romanzo che ha ispirato la serie

L’arte della gioia vede come protagonista la giovane Modesta: orfana siciliana del primo Novecento. Dopo un tragico incidente, viene accolta in un convento. Grazie alla sua intelligenza e determinazione, Modesta diventa la protetta della Madre Superiora Leonora. Il suo cammino la porta poi alla villa della Principessa Gaia Brandiforti, dove ottiene sempre più potere, lottando per la sua emancipazione e felicità sullo sfondo di una società patriarcale.

Modesta sfida le convenzioni sociali e morali del suo tempo per vivere secondo le proprie leggi interiori. La sua vita è un percorso all’insegna dell’autodeterminazione e della lotta contro le oppressioni politiche e patriarcali.

La narrazione attraversa la storia del Novecento, descrive il passaggio dalla Sicilia rurale all’aristocrazia, mettendo in luce la forza di una donna che rifiuta le imposizioni sociali per seguire il proprio desiderio di gioia e libertà. Questo personaggio libero e audace, riflette la personalità dell’autrice: cresciuta in libertà e convinta esponente dell’ emancipazione femminile.

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