Eleonora Duse, conosciuta come “la divina”, è stata una delle più grandi attrici teatrali italiane, capace di rivoluzionare il modo di recitare e di trasformarsi in simbolo del teatro moderno. La sua vita, segnata da passione artistica e tormenti personali, fu intrecciata indissolubilmente a quella del poeta Gabriele D’Annunzio, che la rese musa e protagonista della sua opera.
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Duse: una vita per il teatro
Nata a Vigevano nel 1858 da una famiglia di attori girovaghi, Eleonora Duse salì sul palco fin da bambina e conquistò rapidamente il pubblico europeo con uno stile recitativo innovativo, basato sull’istinto e sull’improvvisazione. La sua capacità di emozionare anche senza il supporto delle parole le permise di imporsi come una figura unica nel panorama teatrale internazionale, amata e rispettata in Italia e all’estero.
La storia d’amore con D’Annunzio
Il destino della Duse si legò a quello di Gabriele D’Annunzio a partire dal 1895, quando la loro relazione sentimentale e artistica prese forma. Fu un legame intenso e tormentato, caratterizzato dal lusso, dall’egocentrismo del poeta e da tradimenti che segnarono profondamente l’attrice. D’Annunzio, ispirato dalla sua compagna, le dedicò opere come Alcyone, mentre la Duse mise spesso a disposizione il proprio talento e le proprie risorse economiche per sostenere i progetti dell’amato.
Nonostante la rottura definitiva nel 1904, il loro rapporto restò inciso nella memoria culturale italiana. Alla morte della Duse, D’Annunzio confessò amaramente: «È morta quella che non meritai».
L’eredità artistica e culturale
Eleonora Duse morì nel 1924, lasciando dietro di sé un’eredità indelebile. Oltre ad aver trasformato la recitazione teatrale, il suo nome resta legato a una delle storie d’amore e di ispirazione più celebri della cultura italiana. Proprio a lei è dedicato Duse, il film diretto da Pietro Marcello in uscita il 18 settembre 2025, che ne racconta gli ultimi anni e il ritorno sulle scene come gesto di resistenza e libertà.








