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Bones and All: di cosa parla il film di Luca Guadagnino tra amore, orrore e identità

Nel film Bones and All di Luca Guadagnino, Timothée Chalamet e Taylor Russell interpretano due emarginati

Diretto da Luca Guadagnino e presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2022, Bones and All è un’opera che mescola dramma romantico, horror e formazione. Ambientato nell’America degli anni Ottanta, il film — interpretato da Timothée Chalamet e Taylor Russell — racconta una storia d’amore estrema e struggente tra due giovani che condividono un segreto indicibile: sono cannibali.
Attraverso un linguaggio visivo potente e una narrazione poetica, Guadagnino trasforma una storia di violenza in un racconto sull’accettazione di sé, la solitudine e la ricerca di un posto nel mondo.

Bones and All di cosa parla: la trama del film

La protagonista, Maren Yearly, è una ragazza che fin da bambina vive con un impulso inconfessabile: la necessità di nutrirsi di carne umana. Dopo essere stata abbandonata dal padre, parte per un viaggio attraverso gli Stati Uniti alla ricerca della madre, nella speranza di capire le proprie origini e la sua natura.
Durante il percorso incontra Lee, un giovane ribelle e solitario che condivide la stessa condizione. Tra i due nasce un legame intenso, fatto di desiderio, paura e bisogno di appartenenza.
Il loro viaggio diventa un’odissea attraverso un’America marginale, dove incontrano altri “mangiatori”, come l’enigmatico Sully, figura inquietante che rappresenta la parte più oscura e predatoria della loro identità.
Maren e Lee tentano di vivere un amore impossibile, ma la loro natura li condanna a un destino tragico e inevitabile.

Un amore oltre il limite: il significato del titolo

Il titolo Bones and All — letteralmente “fino all’osso” — si riferisce a un rito estremo tra i cannibali del film: mangiare completamente una persona, in un atto che diventa simbolo di accettazione totale della propria identità.
Nel finale, dopo un violento scontro con Sully, Lee muore tra le braccia di Maren e le chiede di mangiarlo “fino all’osso”. È un gesto di amore assoluto e disperato: attraverso quell’atto, Maren accoglie dentro di sé la persona amata, fondendosi con lui per sempre.
L’orrore, in questo contesto, si trasforma in metafora dell’amore e dell’unione, in un linguaggio simbolico che parla di identità, desiderio e sacrificio.

Temi e simbolismo: tra amore, diversità e accettazione di sé

Bones and All è molto più di un film sul cannibalismo. È una riflessione profonda sulla diversità e sull’esclusione sociale. I protagonisti, costretti a vivere ai margini, diventano metafora di chi viene giudicato per ciò che è, che si tratti di orientamento, genere o condizione personale.
Guadagnino pone una domanda centrale: chi è davvero il mostro?
Il film suggerisce che la vera mostruosità non risiede nella diversità dei protagonisti, ma nella violenza e nell’intolleranza della società che li respinge.
Il cannibalismo diventa quindi un linguaggio del dolore e dell’incomprensione, una rappresentazione estrema della necessità di essere accettati per ciò che si è, “con tutto se stessi”, appunto — bones and all.


Il contesto: l’America degli anni ’80 come specchio del disagio

Ambientato tra strade deserte, cittadine dimenticate e paesaggi rurali, il film cattura un’America in declino, attraversata da solitudine e precarietà.
Gli anni Ottanta, spesso idealizzati per la loro estetica pop, qui diventano uno sfondo malinconico e spietato, dove i protagonisti si muovono come anime inquiete alla ricerca di una casa che non esiste.
Guadagnino usa il viaggio on the road come metafora della ricerca di identità e libertà, trasformando l’horror in un racconto intimo e universale.

Oltre l’horror: il linguaggio visivo e l’etica del racconto

La regia di Guadagnino unisce bellezza e brutalità: ogni scena è curata come un quadro, con toni pastello e luci naturali che contrastano la violenza del tema.
Il film evita di spettacolarizzare il sangue, preferendo suggerire il conflitto interiore dei protagonisti. In questo senso, Bones and All rispetta una dimensione etica e simbolica, più che fisica, della violenza.
Dal punto di vista giuridico, la narrazione si muove su un piano metaforico: il cannibalismo non è trattato come reato realistico, ma come rappresentazione di una diversità esistenziale, permettendo al film di restare entro i limiti del linguaggio artistico e morale.

Conclusione: una storia d’amore totale e impossibile

Bones and All è una riflessione potente sull’amore incondizionato, sulla fragilità dell’essere umano e sul desiderio di accettazione.
Maren e Lee, uniti dal sangue e dal dolore, sono due anime erranti che si salvano a vicenda in un mondo incapace di comprenderli.
Nel loro amore “fino all’osso” si racchiude il significato più profondo del film: accettare se stessi e l’altro in modo totale, anche quando questo significa affrontare il lato più oscuro della propria natura.

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