Le Bestie di Satana sono un gruppo di serial killer attivo dal 1997 ai primi anni 2000. Il caso venne alla luce solo nel 2004 dopo il ritrovamento del corpo di una giovane donna. Le indagini che ne scaturirono portarono alla luce una storia macabra che ha segnato per sempre la provincia di Varese. Scopriamo chi sono e come si sono formate le Bestie di Satana.
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Chi sono le Bestie di Satana
Tutto ha inizio nel 1995 quando Mario Maccione, Massimo Magni e Fabio Tollis fondano un gruppo musicale di nome Ferocity. Il loro genere è brutal death metal, per scioccare il pubblico durante i concerti sono soliti depredare i cimiteri. Sempre nel 1995 Maccione si trasferisce a Brugherio e incontra Marco Zampollo e Pietro Guerrieri. Il nuovo gruppo di amici inizia a frequentare Milano, in particolare la Fiera di Senigallia sui Navigli, qui fanno la conoscenza di Paolo Leoni e Nicola Sapone. A loro si aggiunge Andrea Volpe, un tossicodipendente sadico.
Tutte queste persone iniziano a sentirsi parte di una vera e propria banda, si sfidano in prove di coraggio, bevono e si drogano. Ad un cero punto la droga non basta più, si avvicinano al Satanismo e si danno dei nomi in codice:
- Mario Maccione è Ferocity
- Fabio Tollis è Daemon
- Marco Zampollo è Kill
- Pietro Guerrieri è Lioz
- Paolo Leoni è Evol
- Nicola Sapone è Onussen (ispirato a L’esorcista)
- Andrea Volpe è Isidon
Le prove di coraggio diventano sempre più estreme, Mario Maccione arriva a buttarsi dal ponte di Trezzo sull’Adda, rimane illeso.
La vocazione satanista era alquanto confusa, si limitavano allo sfoggio di simboli esoterici quali pentacoli, croci rovesciate e il numero 666. Preoccupanti erano le loro idee.
I primi omicidi
Le Bestie di Satana decidono di mettere in atto le loro più oscure fantasie nel 1997: progettano di uccidere Chiara Marino, una ragazza affiliata alla banda. Maccione confidò agli altri membri che la ragazza incarnava la Madonna, scatenando un’ondata di ritorsioni contro di lei. Ciò causò alla Marino un trauma psicologico che la spinse ad allontanarsi dal gruppo. Gli altri decisero per questo di ucciderla, prima tentarono con un massiccia dose di tranquillanti ma senza successo.
Nel frattempo Fabio Tollis si rese conto della piega estrema che il gruppo stava prendendo, si era unito al gruppo per la musica e aveva più volte detto di non prendere sul serio i rituali Satanici.
In una notte del gennaio 1998 il gruppo attirò i due giovani in un bosco a Mezzana Superiore. Ad attenderli c’era una buca di 2 metri scavata dagli altri preventivamente. La Marino venne uccisa a pugnalate da Sapone, mentre Volpe e Maccione si avventarono su Tollis che tentò invano di difendere l’amica. Il giovane venne sopraffatto a coltellate da Maccione e poi colpito ripetutamente sul capo con una mazzetta da muratore; Sapone gli infilò in bocca un riccio di castagno per soffocare le sue urla e gli inflisse una coltellata alla gola. Al termine le due vittime vennero gettate nella fossa.
Nei giorni successivi i membri del gruppo collaborarono attivamente alle indagini, distribuendo volantini con le fotografie degli amici. Rilasciarono interviste per il programma televisivo Chi l’ha visto? e fecero anche appelli affinchè i compagni tornassero a casa.
Il suicidio indotto di Andrea Bontade
Il giovane avrebbe dovuto partecipare all’omicidio della Marino e di Tollis ma non ne ebbe il coraggio quindi non si presentò. Il gruppo tentò più volte di stordirlo con cocktail a base di droga. Una sera gli intimarono: «Se non lo fai tu lo facciamo noi», dopo aver bevuto Bontade si schiantò con la sua auto.
L’omicidio di Mariangela Pezzotta
Il giorno di capodanno del 2004 Andrea Volpe ricevette da Nicola Sapone l’ordine di assassinare Mariangela Pezzotta, ex-ragazza di Volpe, che conosceva troppi dettagli sulla scomparsa di Fabio Tollis e Chiara Marino. Con il pretesto di una videocassetta da farsi restituire, Volpe invitò a cena la Pezzotta nella baita di Golasecca. Mentre Elisabetta Ballarin, la sua nuova fidanzata, era in cucina, egli, dopo una violenta discussione con la sua ex compagna, le sparò due colpi al volto, senza però ucciderla. Volpe e la Ballarin, in condizioni alterate a causa delle droghe assunte, chiamarono in aiuto Sapone, il quale finì l’agonizzante vittima a colpi di badile nella serra antistante lo chalet.
Le indagini
Il 24 gennaio 2004 il corpo di Mariangela Pezzotta venne ritrovato nel giardino della baita. Questo ritrovamento diede il via alle indagini sul gruppo.
Inizialmente Volpe confessò agli investigatori di aver sparato a Mariangela durante una lite degenerata a causa della droga e la pista satanica non venne inizialmente presa in considerazione.
Quando Michele Tollis, padre dello scomparso Fabio, seppe dell’arresto di Volpe, confidò agli inquirenti che la scomparsa del figlio avrebbe potuto essere collegata col delitto Pezzotta. Tollis non si era mai fidato del gruppo che gli aveva sempre detto che Fabio era scappato insieme alla Marino.
Durante un interrogatorio Volpe decise di collaborare e confessò gli omicidi di Mariangela Pezzotta, Chiara Marino e Fabio Tollis e l’induzione al suicidio di Andrea Bontade.
Il processo e le condanne
I membri delle Bestie di Satana furono processati per omicidio e occultamento di cadavere di Mariangela Pezzotta, Fabio Tollis e Chiara Marino, e per il suicidio indotto di Andrea Bontade.
- il 31 gennaio 2006 la Corte d’assise di Busto Arsizio condannò Nicola Sapone a due ergastoli e all’isolamento diurno per tre anni; Paolo Leoni e Marco Zampollo a 26 anni, Elisabetta Ballarin a 24 anni e tre mesi ed Eros Monterosso a 24 anni.
- nel giugno 2006, la Corte d’Assise d’Appello di Milano ridusse la pena per Andrea Volpe (già condannato in primo grado a 30 anni per gli omicidi commessi alla guida del gruppo) a 20 anni di carcere, e a 12 anni e 8 mesi la pena di Pietro Guerrieri, in precedenza condannato a 16 anni.
- il 15 maggio 2007 la Corte d’Assise d’Appello di Milano condannò Nicola Sapone a un doppio ergastolo e isolamento diurno per 18 mesi; Paolo Leoni all’ergastolo e isolamento diurno per 9 mesi; Elisabetta Ballarin a 23 anni di carcere; Eros Monterosso a 27 anni e 3 mesi e Marco Zampollo a 29 anni e 3 mesi. Andrea Volpe a 20 anni per aver collaborato con la giustizia alla risoluzione del caso.
- il 25 ottobre 2007 la Corte di Cassazione confermò le condanne.
- il 9 novembre 2007 la Corte d’Assise d’Appello di Brescia condannò a 19 anni e mezzo Mario Maccione, all’epoca dei fatti contestati minorenne, inasprendo la precedente condanna a 16 anni di reclusione.
Guerrieri, Maccione, Volpe e la Ballarini hanno scontato le loro condanne e sono attualmente liberi.
Al gruppo vennero accostati anche numerosi altri crimini, tra cui omicidi e rapimenti, ma in nessuno di questi casi fu mai dimostrato il coinvolgimento della banda.